In sette ricerche internazionali, condotte nell’arco di 36 anni e con migliaia di partecipanti appartenenti a un’ampia fascia demografica, Kouzes e Posner hanno scoperto che la caratteristica principale che le persone cercano in un leader è l’ONESTÀ. L’onestà è ritenuta di gran lunga più significativa di qualsiasi altro fattore. Le persone seguiranno e si fideranno di una persona quando questa farà ciò che dice di fare. Un leader di qualità chiarisce i valori condivisi e li rispetta. Le persone cercano questo tipo di integrità. In altre parole, i leader “non possono predicare bene e razzolare male”. Devono essere onesti nel loro intimo.
Come si applica tutto questo alla chiesa? Ecco alcuni suggerimenti. I leader, e i futuri leader, dovrebbero:
- avere una reputazione di onestà nei rapporti finanziari, sia nella vita personale sia in quella pubblica.
- essere compassionevoli e gentili con tutti (cfr. Colossesi 3:12; 1 Pietro 3:8-9), siano essi poveri, non istruiti o teologicamente diversi da noi. Quando le persone sono in difficoltà, la Chiesa dovrebbe essere aperta a tutti i bisognosi, come ci ha mostrato Gesù, il più grande leader (cfr. Matteo 9:36, 14:14, 15:32, 20:34; Giacomo 5:11). La coerenza verso tutti dimostra una compassione onesta. Come scrisse Chaucer, descrivendo il pellegrinaggio a Canterbury e vedendo il frate come “uno sciocco e un allegro”, commentò sui sacerdoti che “se l’oro arrugginisce, cosa farà il ferro?”. I leader devono essere esempio di compassione. Altrimenti, non ci si può aspettare che il pubblico abbracci questa essenziale qualità cristiana.
- avere integrità nelle relazioni, senza alcun accenno di immoralità (cfr. Efesini 5:3). La fedeltà a un impegno è parte integrante dell’onestà.
- supportare gli altri con onestà: questo è ciò che fanno i leader ispirati. Non sono adulatori, ma sono genuini nel loro incoraggiamento. I leader di Cristo sanno che “siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli” (1 Giovanni 3:14), e io aggiungerei “e le sorelle”. Questo significa esprimere con onestà l’uguaglianza nel lavoro per entrambi i sessi. Non significa fare politica nell’arena globale della Chiesa.
- essere onesti nei confronti dell’opinione pubblica, oltre che della comunità ecclesiale. La confessione non è una debolezza, è una forza.
I leader, e i futuri leader, dovrebbero:
- interpretare la Scrittura utilizzando credibili principi ermeneutici. I leader non possono affermare di essere protestanti dichiarando di credere alla “Sola Scriptura” e non vivere in base a questo principio. La veridicità biblica deve prevalere sulle nostre tradizioni.
- avere una forte etica del lavoro. Sono “diligenti” (cfr. Romani 12:8); questo esprime un impegno onesto nei confronti della causa che sposano.
- affrontare i problemi, affinché le persone e il futuro siano migliori. Questo richiede coraggio, e tutti non lo apprezzano. Ma i leader che vale la pena seguire, “seguono la verità nell’amore” (cfr. Efesini 4:15).
- essere onesti sulla propria condizione umana peccaminosa, in comune con il resto dell’umanità, identificandosi con Saulo di Tarso (cfr. 1 Timoteo 1:15).
- confessare sia il loro bisogno di essere salvati da Gesù, sia esprimere la loro fiducia e la loro gioia per il fatto che egli li ha salvati (cfr. Filippesi 3:7-4:1; 2 Timoteo 4:7-8).
I leader, e i futuri leader, dovrebbero:
- avere una priorità di scopo per la loro vita. Come dichiarò Paolo agli anziani di Efeso: “Ma non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio” (Atti 20:24). I leader cristiani sono sinceramente impegnati a dichiarare questa priorità. Non si tratta di essere nominati in una posizione di leadership. Si tratta di avere dentro di sé una priorità onesta di intenti.
- essere onesti su ciò che lo Spirito Santo ha prodotto nel loro ministero. I leader affidabili non hanno una prospettiva gonfiata del proprio talento. È lo Spirito Santo che dà il successo, bisogna sempre ricordarlo.
- apprezzare la Chiesa, pur riconoscendo che è “indebolita e difettosa”. Riconoscono che la Chiesa ha commesso e commette errori.
- parlare in modo positivo, ma onesto, dei loro fratelli di chiesa. I leader affidabili non sminuiscono gli altri per ottenere una buona posizione per se stessi. Il nono comandamento del Decalogo lo dice chiaramente (cfr. Esodo 20:16). “Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso” (Filippesi 2:3). Ciò che ci si aspetta da tutti, deve essere preso a esempio dai leader.
- dipendere in maniera onesta dagli altri per risolvere i problemi. I leader affidabili valorizzano le idee dei loro collaboratori per risolvere i problemi. Il modello di Gesù è la “squadra”. Non siamo adeguati da soli; i suoi discepoli dicono “noi”, non “io”. I leader di fiducia onorano la loro squadra. Se le decisioni vengono prese con la loro squadra, non escono da una riunione per prendere una decisione contraria a quella della loro squadra. Sanno che la Chiesa è “il corpo di Cristo” (cfr. 1 Corinzi 12-14) e che loro ne sono una parte. Per questo apprezzano la diversità dei doni spirituali.
Kouzes e Posner affermano che “l’onestà è stata scelta più spesso di qualsiasi altra caratteristica di leadership […] come il singolo ingrediente più importante nella relazione leader-membro”.
Pertanto, onoriamo ciò che è più importante nelle caratteristiche dei leader di Gesù, affinché le nostre chiese siano solide nell’integrità.
Quando questo accadrà, il mondo sarà attratto a seguire coloro che guidano onestamente, come Gesù.
Di John Denne, pastore in pensione/mentore di pastori
Fonte: https://record.adventistchurch.com/2023/04/28/the-vital-characteristic-for-leaders/
Traduzione: Tiziana Calà