Come far avvicinare i bambini alla Bibbia?

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La lettura regolare della Bibbia durante l’infanzia è un importante indicatore della salute spirituale in età adulta. Se instillare l’amore per la Bibbia è un fattore cruciale nell’educazione religiosa, i genitori devono sviluppare metodi per rafforzare un’abitudine che mantenga i bambini sulla traiettoria spirituale desiderata.

 

Nell’era digitale, gli ostacoli per avvicinare i bambini alla Parola sembrano più difficili da superare rispetto al passato. Ci sono molte alternative (alcune particolarmente stimolanti) rispetto alla lettura di un libro che tratta argomenti difficili da comprendere per un bambino, contiene passaggi che anche gli adulti spesso trovano noiosi e presenta eventi accaduti molto tempo fa, con protagonisti appartenenti a una cultura molto diversa.

Nel labirinto della fretta e del sovraffollamento della vita moderna, molti genitori non aprono spesso la Bibbia, non possono dare l’esempio di cui hanno bisogno i loro figli e non possono guidarli efficacemente nello sviluppo di una relazione autentica con Dio.

 

Coltivare in giovane età l’amore per la Bibbia

Uno studio condotto due decenni fa ha mostrato che la maggioranza dei genitori con figli sotto i 13 anni (85%) riteneva che la responsabilità dell’educazione religiosa dei figli fosse loro. Tuttavia, la maggior parte dei genitori non si prendeva il tempo, nell’arco di una settimana, di discutere di argomenti religiosi o di studiare testi con tematiche spirituali. Dallo studio è emerso anche che i genitori non si consideravano attrezzati per impegnarsi nello sviluppo spirituale dei figli, non avevano un piano o obiettivi spirituali da raggiungere e non ritenevano prioritaria la coltivazione della fede dei figli.

Le due principali debolezze nell’educazione dei figli segnalate dai genitori intervistati erano che non sapevano come aiutare i figli a leggere la Bibbia e a memorizzare i versetti biblici. “Il vecchio detto non puoi dare ciò che non hai è pertinente per milioni di famiglie”, afferma il ricercatore George Barna, sottolineando la tendenza dei genitori ad affidarsi alla chiesa per l’educazione religiosa dei figli, pur ammettendo che si tratta di una loro responsabilità.

Nel 2017, l’organizzazione Lifeway Research ha condotto uno studio con oltre 2.000 genitori di figli adulti (di età compresa tra i 18 e i 30 anni) con l’obiettivo di identificare le pratiche genitoriali efficaci a lungo termine per la salute spirituale dei figli. I ricercatori hanno esaminato non meno di 40 fattori che potrebbero plasmare lo sviluppo morale di un figlio (come il divorzio dei genitori, le pratiche di preghiera in famiglia, il mangiare insieme, la scuola frequentata dal figlio, la frequenza dei servizi di culto, ecc.).

Ai genitori è stato anche chiesto di descrivere la salute spirituale dei loro figli adulti utilizzando 8 fattori (ogni figlio ha ricevuto un punto per ogni fattore verificato): 1. si identifica come cristiano; 2. condivide la propria fede con altri; 3. è coinvolto nella propria chiesa; 4. legge regolarmente la Bibbia; 5. è al servizio della chiesa; 6. insegna ad altri nella chiesa; 7. è al servizio della comunità; 8. sostiene programmi di missione locali o internazionali.

La metà dei figli ha ottenuto un punteggio di 0 o 1; il 39% si è identificato come cristiano ma non si è dedicato ad alcuna pratica spirituale e l’11% ha dichiarato di non considerarsi più cristiano. Solo il 3% ha raggiunto il punteggio massimo di 8 punti.

L’indicatore più significativo del benessere spirituale è risultato essere la lettura della Bibbia: il 29% dei giovani adulti leggeva regolarmente la Bibbia durante l’infanzia e il benessere spirituale di questo gruppo era superiore del 12,5% rispetto a chi non coltivava questa abitudine. Altri fattori che contribuiscono a un alto livello di salute spirituale sono l’abitudine di pregare durante l’infanzia, di mettersi al servizio o di ascoltare prevalentemente musica cristiana.

 

“Il risultato principale dello studio è […] che la Parola di Dio è davvero ciò che cambia la vita”, afferma Jana Magruder, direttrice di Lifeway Kids.

 

La connessione tra l’abitudine di leggere la Bibbia e la salute spirituale in età adulta, evidenziata dallo studio di Lifeway Research, è una solida ragione per cui i genitori dovrebbero dare priorità alla familiarità con la Scrittura. Il contatto con gli insegnamenti della Bibbia si rivela benefico non solo a lungo termine, ma porta anche nuove prospettive ed equipaggia i bambini per affrontare le sfide attuali.

 

Altri motivi per coltivare l’amore per la Bibbia

“Leggere la Bibbia ogni giorno è come una strada a doppio senso”, dichiara l’autore cristiano David Paul, spiegando che un beneficio immediato di questa abitudine è la soddisfazione di vedere come Dio realizza la sua Parola. Paul fa una pratica quotidiana per esporre i suoi figli al testo biblico, trovando ampie opportunità lungo il percorso per applicare le lezioni che hanno letto poco prima.

“La vita con i bambini è piena di impegni e a volte tutto il trambusto culmina nel caos; ma un genitore che riesce a fare tutte le cose che tengono in vita i bambini deve anche trovare il tempo per le cose che danno loro la vita”, afferma la scrittrice Amy Parker in un articolo che raccomanda di avvicinare i bambini agli insegnamenti biblici.

Prima di tutto, la Bibbia presenta questioni di importanza eterna: ancor più importante della conoscenza dell’alfabeto o del mantenimento dell’attività fisica e di una dieta sana è che i bambini siano dotati di fede, speranza e amore (cfr. 1 Corinzi 13:13), valori che dureranno nel tempo. In un’epoca in cui l’identità sembra essere diventata sempre più fluida, la Bibbia fornisce ai bambini un senso di identità, assicurando loro che sono eredi del Re che ha creato e sostiene l’intero universo. Inoltre, il tempo in cui la Bibbia è aperta davanti ai loro occhi rafforza il loro rapporto con Dio, nonché i legami genitori-figli.

In un mondo dominato dall’incertezza, le promesse della Parola creano uno spazio di tranquillità e sicurezza, sia per i piccoli sia per i grandi. La fiducia del bambino si costruisce, mattone dopo mattone, quando sa che qualsiasi problema si trovi ad affrontare, può portarlo davanti a Colui che ha protetto Mosè nel suo cesto di vimini e ha vegliato su Daniele nella fossa dei leoni.

“La Bibbia funziona come una lente d’ingrandimento, offrendo un’immagine più chiara della bontà di Dio e aiutandoci a coltivare la gratitudine e la pace: benefici incalcolabili per i bambini di oggi, che devono affrontare un livello di ansia senza precedenti”, sostiene Joy Hale, direttrice di una scuola cristiana. “Il tempo trascorso con il Dio della Bibbia, in definitiva, darà forma ai valori che un bambino ama, preparandolo a cercare ciò che è vero e buono”, aggiunge Hale.

 

Come i bambini possono familiarizzare con la Bibbia

Gli ostacoli più comuni che i bambini (e talvolta anche gli adulti) incontrano quando iniziano a leggere la Bibbia sono che sembra troppo difficile e poco interessante. È quindi responsabilità dei genitori trovare il modo di rendere la Scrittura non solo più comprensibile, ma anche coinvolgente.

Per i bambini piccoli (ma non solo), è fondamentale stabilire un momento dedicato alla lettura / al racconto delle storie della Bibbia. Verranno utilizzati brani e racconti adattati in base al loro livello di comprensione, insieme ad altre risorse disponibili: disegni, giocattoli, costruzioni Lego, collage, pastelli, colori, argilla. Man mano che i bambini crescono, le risorse possono includere mappe, atlanti e qualsiasi altra cosa che aiuti a comprendere meglio la Scrittura. In tenera età, la ripetizione delle stesse storie è benvenuta: ai bambini piace ascoltare sempre la stessa storia.

“Per i bambini più grandi, la lettura sistematica della Bibbia, piuttosto che la lettura casuale, aiuta a formare una comprensione globale, crea collegamenti tra i diversi libri della Bibbia e incoraggia l’esposizione a passaggi più impegnativi”, sottolinea il pastore David Murray. Inoltre, le domande sul brano letto (da quelle semplici come chi? dove? quando? a quelle più ampie, che incoraggiano il bambino ad articolare ciò che ha imparato dal testo su Dio, il peccato, la salvezza, ecc.), così come la disponibilità a rispondere alle domande del bambino, sono strumenti semplici che aiutano il bambino a relazionarsi con ciò che gli viene letto.

Il realismo gioca un ruolo fondamentale nel delineare un piano di lettura della Bibbia: 10 o 15 minuti al giorno dedicati a questo scopo possono rivelarsi più utili di un’ora una volta alla settimana. L’obiettivo è quello di incoraggiare la costanza nel bambino, di instillare un senso di attesa e di gioia nell’accostarsi alla Scrittura, piuttosto che vederla come un lavoro di routine.

“Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai” (Deuteronomio 6:6-7). Se vogliamo che i bambini familiarizzino con la Scrittura, non dobbiamo consultarla solo nei momenti di confusione o di dolore, ma trattarla come una guida indispensabile nel cammino di ogni giorno.

“Un genitore che voglia instillare nei propri figli l’amore per la Bibbia dovrebbe riflettere su come la Parola agisce nella propria vita e su quale spazio occupa nel caos degli impegni quotidiani”, suggerisce il professor William Osborne. Ciò che facciamo giorno per giorno plasma i desideri dei bambini più di quanto ci rendiamo conto, e al centro della discussione sull’approccio alla Bibbia c’è una domanda chiave: desideriamo veramente per i nostri figli qualcosa che noi stessi non possediamo?

“Anche quando un bambino è in grado di leggere autonomamente, la presenza del genitore è fondamentale per rendere speciale l’incontro con la Bibbia”, sostiene l’autrice cristiana Jill Nelson. Il genitore deve trovare un tempo e uno spazio tranquilli, evitando le distrazioni, comprese quelle causate dai dispositivi digitali. Nelson sottolinea l’importanza di usare la Bibbia vera e propria, anche per i bambini più piccoli che hanno pazienza solo per la durata di pochi versetti, e suggerisce che le Bibbie illustrate o altri testi adattati per i bambini, per quanto utili, non dovrebbero sostituire la Scrittura vera e propria.

La preghiera prima e dopo la lettura della Bibbia trasmette ai bambini un messaggio fondamentale: non abbiamo tra le mani un libro qualunque e dipendiamo dal suo Autore per una comprensione accurata. “La lettura della Bibbia può trasformarsi in preghiera senza soluzione di continuità e il bambino deve imparare a trasformare qualsiasi versetto della Bibbia in una preghiera di lode, una richiesta o una confessione”, afferma il pastore Murray.

Il tempo a disposizione di un genitore per plasmare la comprensione della Parola da parte di un figlio è sempre troppo breve. Ma, per quanto diligenti siano i suoi sforzi, le migliori speranze saranno sempre legate alla promessa di Dio che nessuna delle sue parole tornerà a lui vuota (cfr. Isaia 55:11).

 

 

Di Carmen Lăiu, redattrice di Signs of the Times Romania e ST Network

Fonte: https://st.network/analysis/top/methods-to-motivate-a-child-to-draw-closer-to-the-bible.html

Traduzione: Tiziana Calà

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