Di cosa hai paura?

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Di cosa hai paura? Alcune paure riguardano piccole situazioni; altre riducono la vita al caos. La parola moderna per tali paure, “fobia”, è un discendente diretto dell’antico verbo greco phobeomai e del relativo sostantivo phobos.

Il mondo antico era dominato dalla paura. Malattie, incidenti, crimini, guerre e disastri rendevano la vita incerta e di solito breve. La “paura della morte” sottoponeva le persone al “timore della morte […] per tutta la loro vita” (Ebrei 2:15).

La Pax Romana di Augusto rappresentò una tregua da alcuni pericoli. Ma non era né assoluta, né permanente. Il mondo antico era davvero dominato dalla paura del soprannaturale (divinità, spiriti, fato), che poteva essere capriccioso e crudele. La gente cercava di placare le divinità con sacrifici, sperando per il meglio.

Il Nuovo Testamento presenta un sorprendente realismo: usa il termine phobeomai 94 volte, e phobos altre 45 volte. Molti degli usi sono diretti, indicando ciò che la gente temeva: i re al potere (cfr. Matteo 1:20); la folla in strada (cfr. Matteo 14:5; Marco 11:18,32; Atti 5:26); i padroni degli schiavi (cfr. Matteo 25:25; Luca 19:21); i persecutori (cfr. Luca 20:19; Giovanni 9:22); le tempeste e i naufragi (cfr. Matteo 14:30; Atti 27:17).

Il soprannaturale era la principale causa di paura nel Nuovo Testamento. Le guarigioni (cfr. Matteo 9:8; Luca 5:26) e gli esorcismi (cfr. Marco 5:15; Luca 8:35,37) evocavano paura. (Anche coloro che venivano guariti a volte avevano paura, vedi Marco 5:33). Allo stesso modo, il camminare di Gesù sulle acque (cfr. Giovanni 6:19), la sua calma durante la tempesta (cfr. Luca 8:25), la trasfigurazione (cfr. Matteo 17:6) e l’apparizione degli angeli (cfr. Luca 1:12; 2:9) suscitavano paura. Ma la risurrezione di Cristo suscitò paura soprattutto nelle guardie (cfr. Matteo 28:4) e nelle donne che erano tornate per prendersi cura del suo corpo (cfr. Matteo 28:8; Marco 16:8).

Non è sorprendente che uno dei “ritornelli” più comuni di Gesù fosse “Non abbiate paura”; questa frase faceva spesso parte di un’esortazione generale (cfr. Matteo 10:26,31; Marco 5:10; 12:7; Luca 12:4); mentre altre volte, era una risposta a paure specifiche suscitate dai suoi atti miracolosi (cfr. Matteo 17:7; 28:10; Giovanni 6:20). Coloro che avevano bisogno del suo aiuto erano incoraggiati a non avere paura (cfr. Marco 5:36). Ma il contrario della paura non era il “coraggio”, ma bensì la “fede” (cfr. Luca 8:40).

C’è un’ironia nel testo: lo stesso Gesù che calma le paure dei suoi discepoli rassicurandoli: “Non temere, piccolo gregge; perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno” (Luca 12:32), li esorta anche a temere “colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna” (Matteo 10:28). La salvezza è certa, al di là di ogni paura, finché ci lasciamo guidare da Gesù, ma rifiutarlo significa che il giudizio è certo e la paura è giustificata.

I cristiani conoscono il “timore di Dio” (cfr. 2 Corinzi 5:11); portano a compimento la loro santità in questo timore (cfr. 2 Corinzi 7:1); si sottomettono a vicenda “nel timore di Cristo” (Efesini 5:21) e devono mostrare misericordia “con timore” (cfr. Giuda 23). Sono esortati a “temere Dio” (cfr. Apocalisse 14:7). Temere Dio è una buona cosa (cfr. Atti 10:35; Colossesi 3:22) e non temere Dio è una cattiva cosa (cfr. Luca 18:2,4; Romani 3:18). Il significato qui non è “avere paura” perché tale paura è direttamente collegata con la “consolazione dello Spirito” (Atti 9:31). Questo “timore” deriva dal rendersi conto della grandezza di Dio, della distanza incomprensibile tra lui e la sua creazione, colmata solo perché si è avvicinato a noi. Dio non deve essere usato casualmente e poi trascurato. Egli desidera piuttosto una relazione con noi. Temere Dio significa continuare a ricordare chi è, ovvero l’Onnipotente, che nonostante questo ci ama di un amore inimmaginabile.

Allora, di cosa hai paura? Qualunque cosa sia, Dio è al di là e al di sopra di tale paura! Conoscilo, “temilo” e tutte le altre paure finiranno nella giusta prospettiva.

 

 

Di David Thiele, conferenziere senior congiunto del seminario teologico dell’Università di Avondale.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2022/03/01/what-in-the-word-fear/

Traduzione: Tiziana Calà

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