Andare via di casa senza lasciare i genitori

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Il sole splendeva in quella splendida domenica di luglio, quando vi stavate godendo le vacanze estive. I vostri genitori erano con voi durante le passeggiate nel parco e vi guardavano andare in bicicletta senza la minima preoccupazione al mondo. Il loro sorriso vi dava l’impressione del più puro amore genitoriale.

 

Credo che molti siano d’accordo con me quando dico che in quei momenti il nostro intero universo era ridotto quasi interamente alla famiglia stretta, formata da genitori e figli. Il resto degli elementi non aveva la stessa importanza per noi. Non potevamo comprendere appieno il valore dei nostri genitori, ma istintivamente li amavamo.

Con il passare degli anni, il nostro universo si è ampliato, permettendo di includere altri concetti che sono diventati parti fondamentali della nostra vita: la scuola, l’università, il lavoro, gli hobby, un gruppo stabile di amici, un partner per la vita e così via. I genitori occupano ancora un posto importante, ma sono passati dall’essere la componente dominante a qualcosa di più nascosto, soprattutto perché, con l’avanzare dell’età e l’acquisizione dell’autonomia, il rapporto con i nostri genitori è diventato impreciso e più difficile da spiegare.

 

I mantelli da supereroe sono solo un accessorio

Il passaggio dall’infanzia all’età adulta è inevitabilmente accompagnato dalla demistificazione dei “supereroi” che chiamiamo mamma e papà: quelli che sembravano in grado di spostare le montagne su richiesta del figlio, che offrivano rifiuti non per l’impossibilità di esaudire i desideri, ma per altri motivi che sfuggivano alla nostra comprensione, quelli che avevano una risposta a qualsiasi domanda, per quanto difficile ci sembrasse.

Per alcuni questo processo è improvviso, per altri avviene gradualmente, ma la fine è la stessa: la comprensione che i nostri genitori sono esseri umani, che provano stanchezza, stress e frustrazione, che si imbattono in problemi che non sanno come affrontare.

I genitori non hanno un manuale che li guida in ogni passo e, proprio come noi, commettono errori. Quest’ultima rivelazione credo sia la più difficile da accettare. Tuttavia, in questi momenti è fondamentale riconoscere il loro vero valore di supereroi della vita e saper dimostrare loro quanto li apprezziamo nonostante le loro imperfezioni.

Il nostro apprezzamento per loro deve nascere innanzitutto dalla consapevolezza dell’immenso sacrificio che hanno fatto e continueranno a fare per la nostra crescita e il nostro sviluppo. Nel momento in cui siamo venuti al mondo, la vita della famiglia ha subito una svolta di cui non potevamo accorgerci. È stato necessario convogliare verso di noi un’enorme quantità di tempo, energia e denaro.

Ci sono sicuramente momenti in cui pensiamo che avremmo fatto qualcosa di diverso quando si tratta di crescere un figlio, ma la maggior parte dei nostri genitori ha fatto tutto ciò che era in loro potere in termini di carattere, educazione ricevuta e formazione professionale. Il fatto che non avessero un piano genitoriale perfetto non invalida in alcun modo il lavoro svolto, anzi ne aumenta il valore. Con le risorse limitate che avevano a disposizione, sono riusciti a spianarci la strada per andare avanti. Il rispetto che si acquisisce con la consapevolezza della natura intrinseca dei difetti umani è, secondo la mia esperienza, la chiave del vero amore verso i genitori.

 

Vogliamo costruire dei sogni e i nostri genitori si sono offerti come fondamenta su cui costruire

I genitori ci danno tutto quello che possono in modo incondizionato. In una società dominata dall’individualismo e da uno spiccato senso di autoconservazione, questo dare senza aspettarsi alcuna ricompensa sembra quasi irrazionale, ma avviene in maniera naturale. Tuttavia, l’impegno dei genitori non deve essere privo di soddisfazione per loro e il più grande “sgarbo” che possiamo fare loro è dimenticarci di loro e della loro devozione quando andiamo via di casa. Non hanno lavorato per vederci ristagnare, ma per offrirci un percorso più facile verso obiettivi molto più alti di quelli che loro stessi sono riusciti a raggiungere.

Esprimiamo ai nostri genitori un apprezzamento e contribuiamo a dissipare i dubbi su come ci hanno cresciuto quando, a prescindere dagli errori che hanno commesso, riconosciamo il valore degli insegnamenti che ci hanno dato, seguendo il saggio consiglio di re Salomone nel primo capitolo del libro dei Proverbi: “Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non rifiutare l’insegnamento di tua madre; poiché saranno un fregio di grazia sul tuo capo e monili al tuo collo” (Proverbi 1:8-9).

 

Il valore degli insegnamenti dei nostri genitori non deriva solo dalle loro esperienze di vita, ma anche dal fatto che ci capiscono meglio di chiunque altro.

 

Nel corso della nostra vita avremo diversi lavori, vivremo in culture diverse, incontreremo persone nuove, allontanandoci da altre, ma i membri della nostra famiglia sono le uniche persone costantemente presenti nel nostro mondo. Poiché la famiglia è con noi fin dall’inizio ed è, il più delle volte, l’unica costante, difficilmente qualcuno al di fuori della famiglia può darci consigli più appropriati.

Allo stesso tempo, è importante rendersi conto che la crescita personale può avere anche un aspetto negativo. Possiamo perdere la nostra essenza, i sogni e le aspirazioni con cui abbiamo iniziato il nostro percorso da adulti. Il legame con i membri della famiglia include anche una stretta connessione con l’origine personale, quasi in modo documentaristico. Giorgio Agamben, filosofo italiano contemporaneo, afferma che l’essenza di una cosa è coperta dai suoi concetti. Siamo avvolti dai concetti molto diversi che ci vengono attribuiti nell’ambiente in cui viviamo, ma all’interno della famiglia possiamo sempre riscoprire la nostra vera identità.

 

Ci hanno amato per primi

Per quanto riguarda l’amore genitoriale, esiste un parallelo biblico abbastanza ovvio, ovvero la cura di Dio, che può essere riassunta dal famoso versetto: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Come apprezziamo il fatto che Dio abbia sacrificato Gesù per amore nostro, per aprirci la strada della salvezza, così dovremmo apprezzare anche i nostri genitori, che hanno sacrificato tutto quello che potevano per noi.

Poiché ci hanno amati per primi, non dimentichiamo di dimostrare loro la nostra riconoscenza e non trascuriamo di dare loro la prova che, per quanto lontano andremo, il loro posto nel nostro cuore non sarà mai occupato da nessun altro.

 

 

Di Codrin Panainte, che analizza il modo in cui i giovani adulti si rapportano al rapporto genitori-figli, evidenziando alcuni dei modi in cui possiamo dimostrare il nostro apprezzamento a coloro che ci hanno cresciuto.

Fonte: https://st.network/analysis/top/leaving-home-without-leaving-your-parents.html

Traduzione: Tiziana Calà

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