Forgiare amicizie durature

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Il turbinio di attività e scadenze che la vita adulta ci impone spesso ci rende refrattari alla vicinanza. Abbandoniamo i vecchi amici e trascuriamo la costruzione di nuove relazioni, finché inevitabilmente arriva il giorno in cui iniziamo a sentirci schiacciati contro i muri auto-eretti della solitudine.

Il giorno in cui Emma Beddington è tornata nella sua città natale dopo 12 anni di permanenza a Bruxelles non ha avuto l’emozione di riallacciare i rapporti con i propri cari. In effetti, Emma non aveva un solo amico da contattare, per il quale la notizia del suo ritorno sarebbe stata una piacevole sorpresa.

Desiderava riallacciare i rapporti con gli amici dell’università, ma Emma aveva sempre seguito uno schema relazionale errato: ogni volta che si trasferiva da un luogo, troncava definitivamente ogni rapporto instaurato in quel luogo. Questo comportamento potrebbe avere delle ragioni, come afferma la psicologa Sally Austen: “I vecchi amici possono collegarci a vecchi ricordi felici, ma anche ai momenti difficili. Quando ci trasferiamo, abbiamo la possibilità di ricominciare, quindi se c’è la possibilità che i vecchi amici impediscano la nostra reinvenzione, potremmo sentirci più sicuri a lasciarli indietro”. Naturalmente, questo è possibile solo se creare nuovi legami è una seconda natura per l’individuo. D’altra parte, gli amici che abbiamo avuto “da sempre” potrebbero essere molto più preziosi di quanto pensiamo quando li lasciamo diventare solo un ricordo sbiadito nel tempo.

 

Perché coltivare le vecchie amicizie

“Niente, in verità, potrà mai sostituire un compagno perduto. I vecchi compagni non si possono fabbricare”, dice Antoine de Saint-Exupery. Anche i nuovi amici possono trasformarsi in compagni a lungo termine, ma solo dopo un investimento di tempo ed energie simile a quello destinato alle amicizie di lunga data.

Gli studi sulle reti sociali indicano che le relazioni hanno bisogno di essere mantenute se vogliamo raccogliere i benefici emotivi e fisici che ne derivano. Riattivare amicizie rimaste nell’ombra offre quattro tipi di benefici: quelli associati alle nuove relazioni (efficienza e novità) e quelli generati da vecchie relazioni solide (fiducia e prospettiva condivisa).

Secondo la scrittrice Temma Ehrenfeld, l’ansia da paragone può essere un ostacolo al riavvio di vecchie relazioni. Forse un amico ha costruito una carriera di successo mentre l’altro non ha raggiunto traguardi professionali, o forse uno ha una famiglia felice mentre l’altro teme di essere visto come incompleto senza un compagno di vita e dei figli.

“Riuscire a ridere di nuovo con qualcuno che ti conosceva a 12 o 22 anni può aiutare molto ad accettare la tua vita”, afferma Ehrenfeld, sottolineando che, man mano che perdiamo i membri più cari della nostra famiglia, testimoni del nostro passato, abbiamo sempre più bisogno di persone con cui parlare dei nostri ricordi.

A 35 anni, a un passo dal matrimonio, Max scopre di non avere un solo amico intimo da invitare come testimone di nozze. Davanti alla casa di un amico molto caro da cui si era inspiegabilmente allontanato più di cinque anni prima, Max scrive di non riuscire a trovare il coraggio di bussare alla porta e riaccendere il forte legame che avevano un tempo.

Uno studio condotto da ricercatori di Oxford rivela che, in media, perdiamo due amici quando ci innamoriamo perché non investiamo più tempo in quelle relazioni. “Se non si vedono le persone, l’impegno emotivo inizia a diminuire, e rapidamente”, afferma il professore di antropologia Robert Dunbar. È un’esperienza molto familiare per Max e piuttosto comune, soprattutto tra gli uomini.

“La solitudine tra gli uomini è un problema, e molti uomini sui 30 anni mostrano segni di andare in quella direzione”, afferma il professor Damien Ridge dell’università di Westminster. Ridge afferma che nelle sue sedute di terapia, gli uomini si presentano spesso sentendosi emotivamente isolati. Il suo consiglio a Max e ad altri uomini che si trovano in questa situazione è di sforzarsi di mantenere un’amicizia, come si fa con il matrimonio.

 

Cosa dobbiamo sapere quando costruiamo nuove amicizie

Costruire un’amicizia in età adulta può essere un compito scoraggiante, afferma Irene Levine, psicologa e docente di psichiatria alla NYU School of Medicine. Uno dei motivi è che le regole dell’amicizia sono molto vaghe. “È facile fare amicizia quando si è bambini. I bambini di cinque anni possono semplicemente dire: ti piacciono le altalene? A me sì! Dai, diventiamo amici!”.

Da adulti, possiamo gestire un massimo di circa 150 relazioni, sostiene Robert Dunbar. Questo numero si divide in gruppi più piccoli, differenziati in base alla vicinanza della relazione. Il nucleo di questa rete, secondo l’antropologo, è costituito da 4-5 persone che vediamo settimanalmente, individui con cui condividiamo informazioni riservate sulla nostra vita e a cui ci rivolgiamo nei momenti di crisi. Lo strato successivo è composto da persone che vediamo mensilmente, circa 15-20 persone, il “gruppo di simpatia”, la cui morte ci rattristerebbe e di cui sentiremmo l’assenza. Gli strati successivi sono costituiti più che altro da conoscenti, persone che potremmo incontrare in un aeroporto e alle quali potremmo tranquillamente chiedere in prestito una piccola somma di denaro senza sentirci in imbarazzo.

A partire dai 25 anni, le nostre reti sociali diminuiscono costantemente fino alla metà del quarto decennio di vita. Dopo essersi stabilizzate per un decennio, continuano a diminuire dopo i 55 anni. Comprendere questa dinamica delle connessioni sociali potrebbe essere un motivo convincente per investire di più nelle relazioni in gioventù e impegnarsi a creare nuovi legami per tutta la vita.

C’è un ingrediente magico che dovremmo sfruttare quando cerchiamo di tessere fili resistenti nel tessuto di una nuova amicizia. Non è nemmeno una scoperta recente. Uno studio del 1968 ha dimostrato che più frequentemente incontriamo una persona, maggiori sono le possibilità di trovarla più gradevole.

Gli incontri regolari con un amico aumentano la solidità del rapporto. I ricercatori hanno scoperto che la regola dell’amicizia è in qualche modo controintuitiva: non sono necessariamente le persone con atteggiamenti simili a diventare amiche, ma piuttosto quelle che si incontrano frequentemente in contesti diversi tendono a diventare amiche e in seguito a sviluppare anche atteggiamenti simili.

La regola vale anche dopo che il rapporto si è già formato. “Gli amici che vivevano a breve distanza l’uno dall’altro hanno scoperto che programmare le occasioni per trascorrere o condividere del tempo insieme era essenziale”, conclude il ricercatore William Rawlins dell’Ohio University durante le interviste condotte nel 1994 su americani di mezza età. Purtroppo, dice Rawlins, questi incontri spesso si bloccano nella fase di pianificazione, non riuscendo a concretizzarsi.

“A prescindere da quanto siamo diventati impegnati o sofisticati, le condizioni per creare amicizie rimangono quelle stabilite dai sociologi quasi 70 anni fa: vicinanza, incontri regolari e un contesto che invita a confidarsi”, afferma Rebecca Adams, docente di sociologia all’università del North Carolina.

Se la nostra felicità è così significativamente legata alla qualità del nostro sostegno sociale, allora dovremmo fare uno sforzo proporzionale ai benefici ottenuti per sviluppare relazioni strette, sostiene la psicoterapeuta Lena Aburdene Derhally. La psicoterapeuta suggerisce alle persone di investire maggiormente in due o tre relazioni significative, piuttosto che disperdere le proprie energie in numerose amicizie, se non hanno risorse sufficienti per gestirle adeguatamente. Inoltre, Derhally sottolinea due condizioni essenziali perché l’amicizia fiorisca. La vulnerabilità può intimorire chi è stato tradito, ma senza questo ingrediente la relazione non progredisce. Inoltre, la relazione non può nemmeno decollare se non ci sforziamo di uscire dalla nostra zona di comfort.

Una rete di amici è uno dei doni più preziosi che riceviamo nella vita, ma non tutti possono avviare e coltivare intere costellazioni di relazioni strette. Lo psicoterapeuta Mark Vernon sottolinea che anche un solo amico può cambiare profondamente la vita di una persona.

Ecco una buona notizia per tutti coloro per i quali la socializzazione non è mai stata un punto di forza. Questa breve guida su come creare e sostenere amicizie durature sarebbe incompleta senza l’acuta osservazione del poeta Ralph Waldo Emerson: “L’unico modo per avere un amico è esserlo”.

 

 

Di Carmen Laiu, redattrice presso Signs of the Times Romania e ST Network.

Fonte: https://signsofthetimes.org.au/2024/01/forging-resilient-friendships/

Traduzione: Tiziana Calà

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