ALEXANDRE CLAUDEL

Shares

Ti puoi presentare?

Mi chiamo Alexandre Claudel. Sono nato in una famiglia di testimoni di Geova. Ho lasciato la fede a 13 anni. È più tardi, a 19 anni, che mi sono avvicinato a Dio. Ho incontrato una famiglia avventista che veniva da Nimes. È stata la madre di famiglia, Rachel, che mi ha insegnato per più di due anni la fede cristiana. Prima credevo in Dio, ma non avevo alcuna nozione solida biblica per impegnarmi. Poi il pastore mi ha dato degli studi biblici e mi sono battezzato del 2012 nella chiesa di Collonges.

 

Come sei arrivato a Collonges?

È stato un percorso un po’ particolare. È stato quando facevo parte dei commando aerei in Francia che mi sono impegnato con Gesù. Sarei dovuto andare in Afghanistan nel momento in cui ero ancora un po’ indeciso. C’era un netto divario fra ciò che dice Gesù nella Bibbia e ciò che mi diceva l’esercito. Ho capito che ciò che facevo nell’esercito non mi conveniva per niente. Presi la decisione di andarmene, ma non sapevo in quale settore avrei potuto lanciarmi. Ero convinto di voler servire Dio. Sono andato a Collonges per trovare la mia via. Era la via pastorale? L’educazione? Qualcos’altro?

 

Ti ritrovi a Collonges per cercare il tuo cammino: l’hai trovato?

Avevo un lavoro nel trasporto privato in Alta Savoia che mi piaceva. Ogni giorno evangelizzavo i numerosi clienti che trasportavo. Mi rendevo conto che ciò che appassionava era condividere la mia fede. Facevamo spesso delle piccole missioni con i giovani di Collonges ad Annemasse o altrove. Si cercava di condividere ciò che si poteva, ma notavamo che era molto ristretto e che c’era bisogno di molta burocrazia per avere un’apertura più grande. Capii che c’era bisogno che diventassi pastore o che studiassi per avere un ruolo ufficiale come missionario nella chiesa. Ma avevo anche bisogno di vivere, e quindi ho studiato molto a livello personale per 3 anni, con i miei amici che erano teologi o pastori. Per 3 sabati di fila, ho chiesto a Dio dove volesse mandarmi. Quei tre sabati, durante il momento degli annunci a Collonges, era stato presentato un appello missionario in Asia del Sud per evangelizzare lì dove ci sono molti problemi, pochi missionari e pochi cristiani impegnati attivamente. Fu il terzo sabato che il messaggio si fece chiaro per me. Ero convinto che Dio volesse inviarmi lì. Ed è lì che tutto è cominciato.

 

Dopo aver preso la decisione, come si sono organizzate le cose perché tu ti ritrovi oggi in Asia?

Ho avviato il processo con Roland Meyer e sono stato assistito da Edouard Ajinça. Abbiamo quindi avviato delle trattative in Francia per creare un’associazione che ci permette di compiere le nostre missioni qui e altrove. La nostra associazione si chiama Frontline Messenger. In totale abbiamo un’équipe di 9 persone avventiste di Collonges e di altri posti, che ne seguono i movimenti. Abbiamo una persona in Francia, una in Guadalupe e presto avremo una negli Stati Uniti per la comunicazione e la missione in America. Personalmente, sono impegnato in questo dal mese di settembre del 2014. Sono prima partito due volte da solo in Vietnam per vedere se c’era veramente bisogno e se c’erano i mezzi per collaborare con i dirigenti avventisti, sapendo che è un paese comunista e che molti dei paesi in cui siamo andati sono restii all’evangelo. Ho percorso il Vietnam da sud a nord e ho incontrato il presidente della federazione e tutti i pastori del paese. Hanno dimostrato che c’era veramente bisogno di missionari sul territorio.

 

Quindi l’obiettivo di oggi è chiaro: evangelizzare e aiutare le chiese già sul posto.

È il primo obiettivo. Ci rendiamo conto che in tutte le regioni, i pastori hanno bisogno di bibbie e di lavoro per i loro propri membri. Per esempio, conosciamo un pastore che è solo in una regione grande come quella di Ginevra. Ha appena 15 membri attivi. La sua prima richiesta è stata di 10 bibbie per le sue chiese.

 

Quindi, la loro prima necessità è in effetti molto, molto basica.
Sono partito con l’idea che avrei trovato sul territorio dei membri già attivi, per evangelizzare fuori. Ma in realtà c’è più bisogno all’interno delle chiese locali. Molti membri non hanno nemmeno una bibbia. Oggi i giovani hanno la bibbia sullo smartphone, ma bisogna vivere in città e avere i mezzi per permetterselo. Anche quando hanno la bibbia, hanno problemi a seguirla, considerando che c’è solo un pastore per aiutarli. Quindi il primo obiettivo è fare avere una bibbia ai membri avventisti in modo che possano avere la parola di Dio tra le mani.

 

Quali sono gli altri obiettivi?
Battambang Mission F-MOltre alle bibbie per i membri, ce ne sono altri 3. Evangelizzare fuori con il libro “La via migliore” tradotto nelle lingue locali. In Vietnam e Laos, è vietato, ma in Cambogia siamo liberi di evangelizzare. Ne abbiamo distribuiti migliaia dall’inizio della missione.

Il secondo punto è internet. L’anno scorso abbiamo aperto delle pagine Facebook nelle lingue del paese. Abbiamo cominciato a pubblicare dei video delle predicazioni dei pastori locali che abbiamo filmato con il nostro materiale amatoriale. Questo ci permette di evangelizzare le persone che possiedono internet, soprattutto nelle città.

Abbiamo anche un progetto di un sito internet che non è stato ancora terminato. Vogliamo tradurre questa piattaforma in diverse lingue. Due persona ci stanno lavorando. Questo sito permetterà di parlare di Gesù e della Bibbia nelle lingue asiatiche.

12082218_1630612010533730_805408059_oPer il terzo progetto, non sappiamo se è veramente possibile, considerando la grande richiesta di mezzi necessari, ma ci piacerebbe avere una scuola missionaria. In Cambogia è sempre più concreto, perché abbiamo un posto dove farla. Attraverso una chiesa avventista locale e collaborando con i pastori, invitiamo le perso
ne del posto- in particolare i giovani- a venire gratuitamente durante la settimana a imparare l’inglese e a studiare la bibbia. Questo gli permette innanzitutto di aprirsi al mondo. Quando offriamo dei corsi gratuiti di inglese in Asia del Sud, si attirano molti giovani. Non è per niente difficile avere dei “clienti”. E poi, ne approfittiamo per parlare di Gesù, della Bibbia, della nostra fede e delle ragioni per cui siamo là. Successivamente proponiamo degli studi biblici gratuiti affinché diventino missionari nel loro proprio paese.

 

Hai parlato di regime comunista in Vietnam e Laos in contrasto con la libertà in Cambogia.
In Vietnam, in Cambogia, così come a Laos, c’è un grande bisogno. Credo che in Cambogia, dove c’è più libertà, la gente è meno “in foga” per l’evangelo rispetto al Laos o al Vietnam, dove c’è chiusura. Là le persone vogliono davvero diffondere il messaggio, perché è un messaggio d’amore, di vita e di speranza, che i comunisti in generale non hanno. Sono dei paesi atei. Ho notato una fiamma tra i dirigenti e i membri avventisti del Laos. Questo mi ha motivato per tornare per una seconda missione. In marzo 2015, i fondi dell’ONG hanno permesso di finanziare la traduzione del libro “La via migliore” in laotiano e di comprare più di 1000 copie di “Salute e Benessere” di Mark Finley. È un buon mezzo di evangelizzazione, perché non possono distribuire “La via migliore” per le strade. Ma attraverso i libri sulla salute possiamo sempre parlare di Gesù.

 

E ti manca la Francia? Hai voglia di tornare?

Sono sempre più appassionato nella missione. Certo, si trovano sempre più difficoltà. E quindi vivo giorno dopo giorno, non so dove resterò in modo definitivo. Più avanti, se è possibile, forse metterò piede in Francia. Ma essendo missionario, ho molto più interesse a restare qui sul posto. Abbiamo affittato un centro missionario in Cambogia e quindi per il momento resto qui. Penso che se dovessi tornare in Francia sarebbe per delle ragioni economiche, perché non disponiamo di molti mezzi. Non è scontato realizzare tutto ciò. Tutto resta nelle mani di Dio.

 

Se qualcuno che ti legge desidera aiutarti, come lo può fare?

Il sito frontlinemessenger.com é presto online e si potranno fare delle donazioni. Altrimenti possiamo inviare l’IBAN dell’associazione via email.

Hai dei timori particolari?

Sono sposato da un anno con una cambogiana avventista, quindi per adesso ho paura delle rappresaglie quando parto in missione. Paura che non avevo quando ero da solo.

A parte questo, ho paura per il team. Abbiamo bisogno di gente impegnata e responsabile per venire in un paese dove la persecuzione è ancora presente. Per esempio a Hanoi, proprio poco tempo fa, i membri hanno dovuto lasciare la chiesa a causa dell’esercito venuto per perseguitarli. C’è ancora violenza, aggressioni, imprigionamenti. Sappiamo che anche se siamo con Dio, ci sono sempre dei rischi.

C’è anche un altro rischio, che tu vivi.. Quello di innamorarsi di una cambogiana! (risate)

È ovvio che quando si è single, è un rischio. (risate)

 

 

————————————————————————————————-

  • Vuoi saperne di più su Frontline Messenger?
    www.frontlinemessenger.com

  • Voglia di partire in missione?
    L’ONG Frontline Messenger propone anche delle missioni di corta durata.
    Per essere volontario, non c’è bisogno di avere degli studi in teologia, ma è necessario: amar parlare di Dio, essere avventista, parlare inglese (di preferenza per delle missione corte, obbligatorio per quelle lunghe), essere responsabile, contattare l’associazione frontlinemessenger@gmail.com
IL GIOCO DELLA NOSTRA VITA
SPORTIVO DELLA DOMENICA... O PROFESSIONISTA?

E-MAGAZINE

ADVENTISTE MAGAZINE TV

Top