Aiutare gli indifesi

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Ci sono momenti in cui la vita ci pone davanti un’opportunità di cambiare radicalmente. Un tale momento ha portato Narayanan Krishnan a dedicare la sua vita a nutrire i poveri e i disabili mentali per le strade dell’India.

 

Narayanan è nato nel 1981 a Madurai, una città che fa parte di un agglomerato urbano in India. Poiché faceva parte di una casta superiore, la sua famiglia si era assicurata che ricevesse la migliore educazione. A soli 21 anni, era chef in un hotel a 5 stelle del gruppo Taj, una catena alberghiera, famosa sia in India sia a livello internazionale, e le sue capacità erano state premiate più volte.

Nel 2002, il suo talento aveva trovato conferma con un’offerta di lavoro di una catena alberghiera in Svizzera. Era l’occasione di una vita, qualcosa che avrebbe premiato il suo duro lavoro, ma anche gli sforzi dei suoi genitori. Prima di partire per la Svizzera, era tornato nella sua città natale per salutare i suoi parenti e amici.

Si trovava nel cortile di un tempio vicino a casa sua quando vide qualcosa che lo scosse. Un vecchio mendicante, magro, sporco e mentalmente disabile stava mangiando i suoi stessi rifiuti. Narayanan gli comprò immediatamente del cibo. La velocità con cui il vecchio ingoiò il cibo, così come le lacrime di felicità nei suoi occhi, convinsero Narayanan a cambiare i suoi piani.

La Svizzera non era più così importante, perché il suo sogno era ormai cambiato: dare da mangiare a persone come quel signore anziano, persone che avevano molto più bisogno di lui rispetto ai ricchi per i quali aveva cucinato fino ad allora. “Quella scena mi ha fatto davvero molto male. Per un secondo, sono rimasto letteralmente scioccato. Dopo di che, ho iniziato a dar da mangiare a quell’uomo e ho deciso che questo è quello che avrei dovuto fare per il resto della mia vita”, ha dichiarato Narayanan.

Come previsto, la sua famiglia smise di sostenerlo finanziariamente; e così Narayanan decise di cucinare servendosi dei suoi risparmi e delle donazioni. Ogni giorno, Narayanan si svegliava alle 4 del mattino per preparare il cibo, che poi consegnava in un minibus che gli era stato donato. Percorreva più di 200 chilometri per sfamare gli affamati della strada. A molti di loro, offriva anche di tagliare barba e capelli, al fine di aiutare a ripristinare un po’ della loro dignità.

Un giorno invitò sua madre a raggiungerlo, per mostrarle il suo lavoro e convincerla che aveva preso la decisione migliore. Impressionata dal suo lavoro, la sua famiglia decise di ricominciare a sostenerlo economicamente. Gran parte del denaro veniva sempre destinato per preparare il cibo per i pasti dei mendicanti; lui non aveva bisogno di molto altro.

Nel 2010, con l’aiuto del team che aveva formato all’interno della sua organizzazione no-profit (Akshaya), Narayanan aveva offerto più di un milione di pasti. La notizia della sua attività si è diffusa all’estero, e l’emittente televisiva CNN lo ha incluso nella lista degli eroi del 2010. Con i soldi ricevuti dopo aver ottenuto questo titolo, ha costruito una casa, inaugurata nel 2013, che aveva l’obiettivo di dare rifugio alle persone che avevano bisogno di aiuto. Quelli che arrivano lì ricevono assistenza medica, fisioterapia e cibo. Non è facile per lui, soprattutto perché il team è in costante crescita e le problematiche non mancano, ma è soddisfatto.

“Ora mi sento estremamente a mio agio e tanto felice. Ho una passione, amo il mio lavoro. Voglio vivere con la mia gente”. Il suo messaggio è un appello a non lasciare che la compassione umana perisca, un appello nel nome stesso della sua organizzazione, che in sanscrito significa “imperituro”.

 

 

Di Andreea Irimia

Fonte: https://st.network/analysis/top/helping-the-helpless.html

Traduzione: Tiziana Calà

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