FESTIVAL DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA IN SVIZZERA

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Dialogo e educazione le parole chiave del convegno.

Una pace duratura è possibile solo se insegniamo ai nostri figli l’arma del dialogo, l’unica vincente in nostro possesso. È questa una delle conclusioni del primo Festival della libertà religiosa del Ticino, che si è tenuto sabato 21 maggio nella chiesa cristiana avventista del settimo giorno di Lugano, in Svizzera.

“Il 75 per cento degli abitanti del nostro pianeta non ha la libertà di poter scegliere la propria fede religiosa. Dobbiamo quindi essere consapevoli del nostro privilegio di vivere in un paese che tutela i diritti. Non dimentichiamoci che ogni individuo ha il diritto di appartenere o meno a una religione”, ha dichiarato John Graz, ex ambasciatore della Chiesa cristiana avventista alle Nazioni Unite e già segretario generale per oltre vent’anni dell’International Religious Liberty Association (IRLA).

Il Festival è stato un susseguirsi di momenti di dialogo. Negli interventi del mattino, David Jennah, presidente dell’Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà religiosa (AIDLR) in Svizzera, ha messo in parallelo la Dichiarazione universale dei diritti umani con il testo biblico del libro della Genesi in cui si parla di Caino e Abele; John Graz ha descritto la libertà religiosa vissuta da Gesù Cristo.

Nel pomeriggio Graz ha parlato della crisi della libertà religiosa a livello mondiale. Ha raccontato la triste esperienza vissuta da quanti sono ancora in prigione per difendere la propria fede e gli spiragli di tolleranza e solidarietà che pur in questi luoghi si possono vedere. Ha infatti presentato l’esempio di una chiesa cristiana che è stata protetta da un gruppo di giovani musulmani i quali si sono impegnati a ricostruirla.

È intervenuto altresì Padre Abramo Unal, responsabile della chiesa siro-ortodossa in Ticino, che ha parlato della situazione dei cristiani in Medio Oriente, i quali non godono ancora della libertà religiosa.

Sempre nel pomeriggio è intervenuto Paolo Tognina, teologo evangelico e giornalista della RSI (Radio e Televisione della Svizzera Italiana). Durante la presentazione della sua relazione “Minareti e luoghi di preghiera”, ha affermato che occorre creare dei luoghi di dialogo e confronto, dei tavoli di dialogo civile per costruire la cultura della diversità.

Nel suo intervento su “Libertà di religione e fondamentalismo religioso”, Vincenzo Pacillo, professore associato in Law and Religion all’università di Modena e Reggio Emilia, ha affermato che occorre cancellare tutti i privilegi delle Chiese riconosciute e garantire una politica ecclesiastica inclusiva. È poi intervenuto l’imam Samir Radawan Jelassi, rappresentante di una delle comunità islamiche in Ticino. Il dibattito è stato moderato da Bruno Boccaletti, produttore delle emissioni religiose della RSI.

Durante l’evento, David Jennah ha consegnato il “Prix de la Liberté religieuse 2016” a Gianfranco Rossi, pastore avventista emerito e grande difensore della libertà religiosa in Italia e in Europa, e a sua moglie Carmela, a Vincenzo Pacillo e a John Graz, per il loro impegno nella lotta a favore dei diritti umani.

Momenti musicali hanno caratterizzato gli intervalli tra i relatori, in cui il tenore William Hurtado ha interpretato brani del repertorio cristiano sul tema della libertà.

Dialogo ed educazione sono state le parole centrali dell’intero convegno, entrambe fondamentali per la crescita di ogni individuo. I luoghi dove esse si sviluppano sono la famiglia, in cui i genitori sono dei modelli per i figli, e la scuola (a tutti i livelli) che è lo spazio privilegiato per l’approccio e il contatto diretto con altre persone.

 

Fonte http://news.avventisti.it De Giampiero Vassallo, direttore del dipartimento Libertà religiosa della Chiesa cristiana avventista nella Svizzera romanda e nel Ticino

 

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