Uno sguardo femminile – Maria di Màgdala

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LA DONNA ADULTERA E LA MISOGINIA

Perché quando un ragazzo, durante una serata, bacia una decina di ragazze lo si considera un “maschio alfa” mentre, se è una ragazza a farlo, si dice piuttosto che non si valorizza?

Perché quando un ragazzo perde la sua verginità con una sconosciuta, lo racconta poi con fierezza ai suoi amici, mentre se a perdere la verginità con uno sconosciuto è una ragazza, questa si vergognerà a confidarlo a qualcuno perché si sentirà dire che ha perso il suo valore?

Perchè dunque, gli stessi  ragazzi che hanno relazioni sessuali  con più ragazze  prima del  matrimonio, possono ancora avere l’audacia di dire che non si sposeranno che con una ragazza ancora vergine? Perché ho come l’impressione di essere il solo a notare dell’incoerenza? Perché è il genere  a fare di uno stesso atto un motivo di vergogna per l’uno e un premio d’onore per l’altro? Non è strano che l’ordine degli elementi  possa cambiare così tanto il risultato?

Rimango sempre impressionato quando apro la mia Bibbia o quando guardo uno di quei film che raccontano di come Gesù fosse un rivoluzionario. Uno dei più importanti dice:

“Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna còlta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: Maestro, questa donna è stata còlta in flagrante adulterio. Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che dici?” (Giovanni 8:3-5)

Ho letto questa storia innumerevoli volte, ma ultimamente c’è qualcosa che mi infastidisce, e sinceramente credo che abbia infastidito anche Gesù. Una folla di scribi e farisei, dunque una folla formata essenzialmente da uomini, uomini che smascherano  pubblicamente  una donna sola. Si presentano dunque, non a torto, davanti a Gesù. Dopo tutto aveva commesso qualcosa di abbastanza grave andando a letto con un uomo sposato. Ma, DOV’è QUEST’UOMO?

Conosco la storia del “giudizio della donna adultera” ma non so dell’esistenza, nella mia bibbia, della storia del “giudizio dell’uomo adultero”! La storia dice che è stata còlta in flagrante delitto, ma secondo me un flagrante delitto d’adulterio non avviene che con almeno due complici d’infedeltà che hanno cooperato l’uno col peccato dell’altro.

Come si chiama questo? L’adulterio sarebbe un genere qualunque di “peccato reciproco”? Ciò che voglio dire è che colpevolizzare solamente la donna sarebbe tanto incoerente quanto l’episodio in cui Adamo tenta di scusarsi presso Dio, cercando di far ricadere su Eva la colpa per un frutto che hanno mangiato entrambi (cosa realmente accaduta in Genesi 3:12 !) Cerco di mettermi nei panni di Gesù in questa situazione rischiosa, perché abbiamo a che fare con dei veri arroganti. Pur essendo molto intelligenti, erano accecati dalla loro incoerenza.

Sono impressionato per come  in episodi come questo, dove l’immagine di Gesù è stata più minacciata, siano  gli episodi in cui ha più brillato: …”egli, alzato il capo, disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra contro di lei (…)  Essi, udito ciò, accusati dalla loro coscienza, uscirono ad uno ad uno (…) e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo.” (Giovanni 8.7-9). Il maestro dei maestri, con solamente una frase, ha fatto uscire gli altri uomini presenti sulla scena  ricordando loro che al contrario di una società oppressiva, davanti al nostro Padre, sia le donne che gli uomini sono giudicati dalla stessa legge ed hanno bisogno della stessa Grazia.

Mette un punto al dilemma dicendo: “Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: Donna, dove sono i tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?    Ella rispose: Nessuno, Signore.   E Gesù le disse: Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più”.

Con queste parole Gesù non ha ignorato che la donna fosse nel peccato, ma ha mostrato che Dio difende sempre l’oppresso. Questa cecità della cultura maschilista ( è solamente di quell’epoca?), nascondeva la responsabilità dell’uomo adultero dietro alle cortine dell’oblio, mentre lasciava la donna scoperta e responsabile del peccato commesso dai due. Se non per il fatto di essere femmina, la donna è stata trattata come la fonte del problema; Cristo invece l’ha trattata come vittima. All’unica accusata, Gesù ha reso il proprio valore e la dignità.

Credo che Gesù sia  in grado di offrirci quest’opera di restaurazione anche ai nostri giorni.

Stephan Max è teologo e giornalista interinale.

Tradotto da Eleonora  Ricciardo

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Stephan Max

Stephan Max, teologo e giornalista esercitante, conferenziere rivolto verso i giovani.

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