LEGGERE LA BIBBIA… O LASCIARE CHE LA BIBBIA CI LEGGA!

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Negli anni moderni si leggeva molto la Bibbia; negli anni post-moderni, la si legge di meno… Esiste un legame causa-effetto e, perché no, un rimedio a questa situazione?

Possiamo rintracciare le radici della modernità con lo sviluppo del Rinascimento e del movimento della Riforma, e quindi con la scoperta degli scritti antichi che sono diventati accessibili a tutti grazie all’invenzione della stampa, avvenuta proprio in concomitanza col XVI secolo. Al primo posto di questi scritti c’era la Bibbia! L’epoca della modernità, dal XVI al XX secolo, è stata caratterizzata dalle componenti razionali e individuali dell’accesso al sapere e della comprensione della Bibbia. Viviamo oggi un cambiamento probabilmente così importante come è stato quello di cinque secoli fa. Lo sviluppo di internet con l’accesso immediato in un click a un’infinità di conoscenze, la facilità dei contatti, una vita determinata dal consumo e il bisogno di approfittare di ogni istante hanno cambiato il modo in cui ci relazioniamo: relazione con l’altro, con il sapere e, di conseguenza, anche la nostra relazione con la Bibbia. Potremmo rimpiangere questi cambiamenti e combatterli, per esempio incitando a mantenere le buone tradizioni di leggere la Bibbia per le stesse buone ragioni e con le stesse buone maniere. Ma a causa di questo cambiamento d’epoca forse non sarebbe del tutto inutile pensare a un rapporto rinnovato con la Bibbia. Non che le vecchie maniere siano di per sé negative, anzi… Se funzionano ancora per qualcuno, tanto meglio; ma dobbiamo constatare che il legame si è allentato in particolare nelle nuove generazioni, per mancanza di tempo, di interesse e senso. Tre assi di rinnovamento come tre dimensioni da riconsiderare possono aiutare a mantenere tutti i valori della Bibbia: nella sua forma, nella sua essenza e nella sua intenzionalità.

Scoprire nuove forme di lettura della Bibbia

I cambiamenti della modernità verso la post-modernità inducono un passaggio dell’era dello scritto all’era dell’oralità digitale. Questo non implica la scomparsa dello scritto ma il suo arricchimento con una varietà di massmedia che combinano foto, musica, video, testi… Di conseguenza, molti leggono meno o per meno tempo. E’ quindi vitale variare le modalità di lettura e di accesso alla Bibbia. Una lettura lunga, approfondita, analitica e sistematica della Bibbia sembra essere sempre meno in sintonia con le generazioni di oggi. Al contrario, letture essenziali, interattive, spiegate attraverso i nuovi mezzi d’informazione, come applicazioni per smartphone, mp3, video, mail, tweet o sms, possono nonostante tutto permettersi di essere portavoce della Bibbia. D’altronde, la Bibbia appare spesso come un libro antico e quindi poco accessibile; da qui l’utilità delle letture che ne favoriscono la comprensione. Questo obiettivo può essere conseguito attraverso traduzioni dinamiche, versioni della Bibbia accompagnate da riquadri esplicativi, domande di ricevere feed-back. Alla fine, qualunque sia la forma di lettura della Bibbia, tutti gli aiuti alla lettura hanno una sola vocazione, ovvero far sì che il testo scritto diventi parola vivente e che quindi il lettore sia prima di tutto in ascolto di quello che il Signore rivela attraverso la Sua parola.

Accettare una parte di mistero nella parola di Dio

Al di là delle domande a livello di forma, se in un modo o nell’altro la Bibbia è letta o ascoltata, che valore possiamo dare a questa parola? La modernità ci ha portati a considerare la Bibbia come una specie di libro “risposta a tutto”, paragonabile a un’enciclopedia delle verità divine. Senza negare la ricchezza delle Scritture o la fecondità sorprendente della Bibbia, è probabilmente esagerato voler trovare in questi testi la risposta a tutte le nostre domande, in particolare in relazione a situazioni contemporanee dove si hanno nuove sfide causate da contesti davvero troppo diversi rispetto a quelli dei tempi biblici. Nella mentalità moderna tutto deve avere una spiegazione, tutto deve essere capito. Eppure, si può spiegare Dio in tutti i punti? E’ indispensabile e anche estremamente in linea con i nostri spiriti postmoderni riscoprire una parte del mistero nella rivelazione biblica. Le storie della Bibbia, e anche i testi più poetici o teologici, ci offrono delle piste di risposta, ci aprono una strada verso il Signore, ma non Lo rinchiudono nelle parole o nei concetti. Se Dio si rivela attraverso la Bibbia, è bello e utile cercare sempre di comprenderlo al meglio, di discernere i principi emanati dalla sua volontà ma anche di accettare che supererà sempre la nostra più totale comprensione proprio perché è Dio.

Essere coinvolti in una storia dove la Parola di Dio è incarnata

Una lettura analitica della Bibbia non è inutile ma potrebbe aiutare ad aprire la strada a una lettura essenziale. Si tratta di non fermarsi a un approccio dottrinale ma di immergersi nella dimensione narrativa della Bibbia. Perché sono pur sempre delle storie che ci vengono raccontate, storie di relazioni tra Dio e gli uomini. Identificarsi con i personaggi biblici, accogliere il messaggio di alcune affermazioni, modernizzare le immagini utilizzate dai profeti, dagli apostoli o da Gesù stesso, tutto questo permette di essere coinvolti nella grande storia di cui la Bibbia si fa portavoce, con le sue pene e le sue gioie, le sue sconfitte e i suoi traguardi. Nella dinamica di una parola fatta carne (incarnata), è importante mantenere il legame che Dio ha con gli uomini per entrare nella storia di Dio e lasciare che Dio entri nelle nostre storie. Non si tratta solamente di leggere la Bibbia ma di far sì che la Bibbia ci legga, ovvero che questa parola “rivelata” continui ad agire come un “rivelatore” di Dio, di ciò che siamo e di quello che Dio si aspetta da noi.

La Bibbia è e resta un riferimento, un’autorità fondamentale. Affinché lo sia per ognuno di noi, è essenziale continuare a leggerla, ma non deve essere letta solamente con il nostro cervello ma con tutto il nostro essere.

Di Gabriel Monet

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