Fedeltà al sabato: due giovani ticinesi danno la loro testimonianza!

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In un periodo in cui il relativismo invita ad avere ognuno la propria «verità», in cui le persone non possono «subire» una regola imposta da altri, in cui l’autorità è contestata in ogni campo, in cui l’individuo e i piaceri sono al centro, come osano due giovani cristiani vivere secondo i valori del libro così antico della Bibbia? Come possono i vangeli e l’esempio del Maestro Gesù essere un punto di riferimento nella vita degli adolescenti? Da dove viene questa convinzione?

E nella pratica, come hanno fatto due giovani avventisti del Ticino ad affrontare una prova legata all’osservanza del sabato? In una società così lontana dai valori trasmessi dalla chiesa, come si può ancora vivere una gioventù che non si lascia influenzare dalla corrente contraria? Ecco la storia di Jonatan ed Ella.

Jonatan, la sua unica possibilità…

Sono Jonatan, ho 16 anni e vivo in Ticino, in Svizzera. Sono nato e cresciuto in questo paese: mi trovo bene qui, mi piace il clima e ho dei buoni rapporti con la gente del posto. La chiesa rappresenta una parte importante della mia vita: provo a collaborare il più possibile con la comunità di Lugano, soprattutto al mixer. Grazie alla mia famiglia e al loro esempio, ho capito il significato del sabato che è diventato molto importante per me, perchè è un giorno che mi permette di stare con Dio, con la mia famiglia e di riposarmi.
In Svizzera a 16 anni devi già scegliere la tua professione: è il momento in cui si cercano tirocini, cosa che non è facile. Se sai già cosa fare è una cosa buona, ma trovare un posto è tutto un’altra storia. Ma essendo avventista, ci sono in gioco due sfide: quella di trovare uno stage e, soprattutto, trovarne uno in cui posso comunque continuare a osservare il sabato, quindi due volte più difficile.

Questo periodo di ricerca è molto difficile: ho cercato per due, tre, quatto mesi..e la risposta era sempre la stessa: non c’è posto! Nemmeno un colloquio! Mano mano, stavo anche perdendo la voglia di continuare a cercare. Era da 8 mesi che cercavo. Ho inviato quasi 100 curriculum. Alla fine, il momento tanto è arrivato! Alla fine degli 8 mesi, sono riuscito ad avere due colloqui. Uno dei due era per una formazione come camionista nell’impresa di trasporti più grande del paese. Mi piaceva. Ero molto contento! C’erano ancora dei test da fare e il colloquio finale per vedere se entrambe le parti erano soddisfatte prima di firmare il contratto.

Dopo un periodo di gioia, cominciai a preoccuparmi per la possibilità di osservare il sabato. Non lavorare il sabato non è una cosa semplice in questo tipo di lavoro. Abbiamo quindi iniziato una seconda battaglia ma questa volta in preghiera. Io e la mia famiglia abbiamo pregato molto, così come i membri di chiesa. C’era un grande rischio di perdere il posto a causa del sabato.
Devo essere sincero e ammettere di aver pensato di non osservare più il sabato se fosse stato necessario. Altri al mio posto avrebbero sicuramente considerato questa possibilità, ma rinunciare alla chiesa e al mio rapporto personale con Dio non era discutibile.

Quindi, quando sono andato al colloquio, ero pronto a perdere la formazione se questo significava rinunciare al mio patto di fedeltà al sabato. Ero pronto a pagare il prezzo. Prima del colloquio, ho dovuto fare il famoso test di due ore e mezza. Ero teso perchè ero preoccupato di quello che sarebbe venuto dopo. Dopo l’esame, il responsabile del personale mi ha detto che erano soddisfatti dei risultati, che mi volevano assumere e che, se io ero d’accodo, avremmo potuto firmare per cominciare subito la formazione.

Il momento cruciale arrivò e ho dovuto spiegare ciò in cui credevo, il sabato e i valori ne derivano, il tramonto del venerdì, ecc. Quel signore mi guardò, con aria sorpresa, e dopo qualche attimo di silenzio (che mi sembrò un’eternità) mi disse soltanto che avrebbe parlato con il resto del personale delle risorse umane. Aggiunse anche che non era sicuro che la cosa fosse possibile.

Allora, agitato, aspettai…

Questo signore tornò, con un sorriso soddisfatto e mi disse «E’ tutto ok! Puoi cominciare la formazione e osservare comunque il sabato». Che sollievo e che gioia per me, la famiglia e la chiesa!

Sto facendo lo stage dallo scorso agosto e mi sento molto bene. Al lavoro i colleghi prendono dei volontari per il cambio del venerdì sera e del sabato. Oggi sono sicuro che dopo 8 mesi di ricerca, il Signore mi ha messo esattamente lì dove lui voleva. Considerando le altre imprese in cui ho inviato il curriculum, non so proprio come avrei potuto osservare il giorno del Signore come nel posto in cui sono ora. Sono quindi convinto che Dio mi abbia guidato per ottenere il posto migliore da tutti i punti di vista. Non posso fare altro che ringraziare il Signore per la risposta che mi ha dato.

A coloro che sono nella stessa situazione, propongo di pregare, di non perdere le speranze, anche nei momenti più difficili e di chiedere ai membri di chiesa di pregare per loro. Sono sicuro che Dio aprirà una porta.

Forse non sarà la porta che vi aspettavate, ma sarà la migliore per voi e per il vostro percorso professionale, perchè senza Dio e i suoi valori, né la vostra vita personale, né quella professionale potranno essere ben «guidate» (parola di un camionista!).

Ella, Dio apre subito delle porte..

Mi chiamo Ella, ho 19 anni e il giugno scorso ho concluso l’ultimo anno di liceo. Sono nata e cresciuta in Svizzera, un paese che adoro. Si potrebbe dire che le persone siano fredde, distanti e introverse, ma secondo me gli Svizzeri hanno delle aspettative ben ponderate nel confronto degli altri. Un volta che hai conquistato il loro cuore sono leali, sinceri e affidabili. Almeno è questa la mia esperienza di vita.

La chiesa, una piccola realtà, riflette le stesse caratteristiche di qualsiasi società umana. Io trovo che la convivenza dentro essa necessiti della stessa preparazione che si ha bisogno per affrontare il mondo. Tuttavia, le ragioni che mi spingono a frequentarla sono la comunione, la scoperta di senso, la spiritualità e la solidarietà.

Insomma, l’impegno per i valori che condivido con alcune delle persone che la frequentano. Non per ultimo l’amicizia.
Il dono della fede mi è stato trasmesso dalla mia stupenda famiglia. Ho sempre sentito come se Dio fosse l’ospite permanente a casa nostra. In famiglia ho conosciuto Gesù come un vero amico e Salvatore nella vita quotidiana.

A prescindere dalla chiesa e dalla famiglia, oggi il mio rapporto con Dio è basato sulla mia esperienza personale. Benché giovane ho vissuto numerose esperienze che hanno consolidato la mia relazione con lui. L’ultima appunto, riguarda la scuola.

Nell’attesa dei 10 esami finali, di cui 5 scritti (matematica, italiano, tedesco, inglese e storia) e 5 orali, sentivo l’ansia che aumentava.

Sotto pressione…dello sguardo!

Ed ecco che 3 esami scritti erano previsti il sabato: quello di matematica, di italiano e di inglese, le materie più difficili. Ho ricevuto le date a novembre, e appena le ho viste ho parlato con il vicedirettore del liceo. Già al corrente della situazione, mi disse di scrivere una lettera.

Immaginavo di dovermi giustificare con tutti gli insegnanti o di dover fare appello all’amministrazione scolastica del canton Ticino, ma sorpresa..il problema è stato risolto molto velocemente!

Però la parte più difficile venne dopo: ero sotto pressione psicologica, per il fatto di dover fare gli esami in un giorno diverso rispetto ai miei compagni. Sapevo bene che mi osservavano da vicino, consideravano i miei progressi scolastici e attendevano i risultati dei miei esami. Per far fronte a questa situazione, io e la mia famiglia abbiamo pregato molto e abbiamo creato una rete (dall’Italia alla Romania) con altre persone. Grazie a questa esperienza ho visto veramente la mano di Dio operare nella mia vita.

Quando il sabato “dà fastidio”

Mi hanno subito dato il permesso di fare gli esami un altro giorno, però alcuni professori mi hanno fatto notare quanto fossero infastiditi di dover preparare un altro esame apposta per me. Tuttavia mi hanno rispettata e ne sono grata.

I tre martedì successivi feci gli esami. Certamente non era una situazione facile per la scuola che ha dovuto far intervenire nuovamente gli esperti per far controllare i miei esami.

La mia decisione di essere coerente con la mia fede ha creato non poche difficoltà alla scuola. Ne sono grata a Dio e ai docenti che malgrado l’esitazione iniziale hanno collaborato fino alla fine.
Ora sono convinta che quando si vive per un ideale più grande della propria vita, anche gli altri possono esserne sensibilizzati.

La Fedeltà a Dio può incontrare molti ostacoli. E’ difficile restare ancorati a Dio quando si è soli, è come nuotare contro corrente. Affrontare lo sguardo interrogativo, perplesso dei miei compagni, a proposito della mia “diversità”non è stato semplice, ma la gioia finale è stata più grande di tutto e di tutti. Ora sono più preparata di prima a continuare il cammino con Dio, e chissà quale sarà il prossimo ostacolo. Dopo tutto ho imparato che con Dio tutto è possibile!
AM

Nota della redazione: Jonatan ed Ella sono rispettivamente membri delle chiese di Lugano e di Losone.

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