INTERVISTA DEBORAH BOUGH

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Deborah, ti puoi presentare ?

Sono nata in Ticino in una piccola cittadina di montagna. Mia madre é ticinese, mio papá é americano delle Isole Vergini. Sono cresciuta in una famiglia avventista, in un’epoca in cui la religione era molto rigida. Sono nubile.

Ti reputi piú una ragazza di montagna o di cittá ?

Attualmente vivo in cittá. Sono molto contenta perché ho tutto a disposizione. Abito vicino alla chiesa, sono vicino agli amici, ed é molto pratico. Ma per me é molto importante la natura. Mi piace fare delle passeggiate nella natura per rilassarmi.

Da dove ti é venuta la passione per la musica ?

Mi ricordo che quando avevao 3 anni, a casa c’era un pianoforte. Mi piaceva suonare e creai la mia prima melodia a 3 anni. A 6 anni entrai a far parte del coro della chiesa. Tutto perché mia madre ascoltava i cd dei Beatles, Aretha Franklin, Withney Houston, Mariah Carey. Sono cresciuta quindi in un ambiente gospel-soul.

Hai continuato a usare questo dono nella chiesa ?

Continuai a cantare in chiesa fino a 13-14 anni ; poi frequentai la scuola di Collonges e molte chiese mi invitavano a cantare. é da lí che inizai a implorare a mia madre perché mi comprasse una chitarra. Cominciai cosí a comporre le mie prime canzoni.

Successivamente sono andata a New York, per vari motivi. Inizialmente per cambiare aria, cambiare cultura. Come molti giovani, volevo vedere il mondo. Ed é stato a New York che mi sono perfezionata nel pop americano.

E la chiesa in tutto questo ?

Per me, é piú che altro una questione di fede. Sono cresciuta in un ambiente in cui la chiesa, a quel tempo, era influenzata dal fondamentalismo e anche, secondo me, dalla seconda guerra mondiale. Non solo la chiesa avventista, ma tutte le chiese erano molto fredde e rigide nei loro principi. Personalmente, é stato un brutto periodo. Soprattutto perché moi padre era molto rigido. Ebbe una vita difficile a causa delle segregazione degli USA. Visse in mezzo alle conseguenze del razzismo. E inoltre prese parte alla seconda guerra mondiale. Si sa, qualcuno che esce dalla guerra, ritorna con la mente travolta per tutto ció che ha visto e vissuto. Penso che questo gli abbia trasmesso una forte angoscia nella sua educazione. Tutto questo era molto pesante per me, a volte addirittura soffocante.

Vivevi una certa pressione, bisognava fare questo e non fare quello altrimenti Dio ti avrebbe punita. Era questo che ti estenuava ?

Esatto, proprio cosí ! E alla fine mi sono detta che se avessi dovuto affrontare ‘due dei’ che sono contro di me, allora era meglio vivere la mia vita da sola. In quel momento partii per l’America, per vedere il mondo. Ma quando guardo dietro di me, credo che nel profondo del mio cuore ho sempre cercato Dio. Ma non riuscivo mai a trovarlo perché lo cercavo nei posti sbagliati. Alla fine tornai, alla morte di mio padre. Tempo dopo registrai il mio primo album. Feci diversi concerti in Svizzera. Ho partecipato a eventi come il Montreux Jazz Festival, HallenStadion a Zurigo, ero incaricata dell’apertura del Gad Elmaleh al teatro del Leman. Molti concerti ed era bellissimo. Ma poi lasciai il mio manager perché c’erano troppe incomprensioni. Cominciai allora i miei studi in Scienze della Comunicazione all’universitá della Svizzera Italiana. I miei amici mi incoraggiavano a continuare a cantare. Partecipai al programma The Voice Svizzera nel 2012 e ESC (Eurovision Song Contest) nel 2015. Sono andati molto bene e incominciai con altri concerti. Ma avevo sempre quel sentimento di oppressione pesante del mio passato, e delle esperienze negative accumulate. Il fatto di aver lasciato il mio manager non era stato facile. Voleva rendermi qualcosa che io non volevo essere. Essendo un’artista, provano a importi delle cose in modo sottile. Adesso che conosco Dio é tutto piú facile, ma prima non era cosí ovvio.

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Ed effettivamente, Dio in tutto questo ?

E’ stato dopo l’Eurovision Song Contest che ebbi per la prima volta un vero incontro con Dio. Era la prima volta che sentivo parlare di Dio con un linguaggio d’amore, di compassione e di misericordia. Non ne avevo mai sentito parlare prima. Successe in una chiesa evangelica ; cominciai da lí. Avevo promesso a me stessa che non sarei mai piú tornata nella chiesa avventista. Ma la persona che mi accompagnava mi invitó ad andare nella chiesa di Massagno, che si riuniva la domenica nei locali della chiesa avventista. Quando me ne resi conto dissi « Non é possibile ! ». Volevo prendere la macchina e andarmene. Ma per gentilezza, non lo feci. Entrai e quando li vidi lodare Dio, sono quasi caduta per terra, per il modo in cui lo Spirito Santo mi riempí di gioia e avevo la pelle d’oca. Sentii veramente la sua presenza. Cominciai un nuovo cammino. Quasi un anno dopo, vidi i giovani di Missione Caleb per le strade del Ticino. Vidi che quei giovani non volevano parlare di Dio ma solo abbracciarti e regalarti un sorriso. Attiró la mia attenzione. Mi spiegarono che erano avventisti del 7° giorno e che proponevano un programma di una settimana intera. Partecipai a qualche programmi e poi cominciai a frequentare la chiesa. Venivo accolta in modo molto caloroso. Vidi una vera evoluzione, poiché non c’era nessuna rigiditá. Poco a poco, Dio comincia a restaurare il mio cuore e a togliere ogni rancore che avevo verso la chiesa. Sono riuscita a perdonare tutto. Il perdono é davvero fondamentale.

Hai partecipato tutta la settimana a Missione Caleb ?

No, ho fatto solo 2 serate perché quando mi sono incontrata con i giovani la settimana era giá incominciata. Sono andata a un cineforum, e ho visto il film Courageous. Era giá uno shock che si mettesse un film in chiesa. Mi sono detta ‘Aspetta, non é possibile ! c’é stata una vera evoluzione !’. Sono stata molto colpita da questo film. La seconda serata prevedeva un altro film o una conferenza sulla gestione delle emozioni con il pastore Lucio Altin. Esitai, qualcosa dentro di me mi diceva di assistere alla conferenza. Cos ache feci. E’ stato come un clic. Parlare con Lucio Altin é stato ottimo, e continuare a farlo mi ha aiutato nel processo di perdono e liberazione. Era una tappa necessaria. Abbiamo parlato molto insieme di tante cose senza mai arrivare alla chiesa. E questo mi é piaciuto tanto. Ero libera di mettere tutto nelle mani di Dio e vedre ció che Dio voleva. Questo é importante per me, non il nome della chiesa poiché nel regno dei cieli tutti i figli di Dio saranno riuniti, non solo gli avventisti, ma fare davvero la volontá di Dio. E sentii che fu qui, nella chiesa avventista, che si trovava la volontá di Dio per me.

Com’é il tuo ritorno alla fede ? Sei impegnata in un dipartimento ? 

Mi hanno immediatamente invitato a fare varie cose nella chiesa perché mi dicevano che avevo molti doni. Ma all’inizio dissi di no perché volevo prima familiarizzarmi. Poco a poco, non so come spiegarlo, sentii nel moi cuore che era il momento di impegnarmi. Pregai molto per sapere se era la volontá di Dio. Generalmente, pregavo affinché Dio mi usasse e mi desse il moi spazio in un contesto in cui potessi farlo. Vedendo che la chiesa aveva dei bisogni che potevo sopperire, capii che la risposta era molto chiara.

Con Dio, all’inizio é un cammino molto lento perché bisogna essere all’ascolto di Dio e delle risposte che mette nel tuo cuore. Sono una persona che prende una decisione molto velocemente, e Dio mi ha insegnato la perseveranza, la pazienza, l’attesa. Perché a volte bisogna aspettare. Dio non ti fa fare delle cose se non sei pronto. C’é bisogno di una preparazione interna.

Hai vissuto una bella esperienza con Dio, che ti ha chiamato e ti sei impegnata nuovamente con Lui. Come vedi adesso questo dono che Dio ti ha fatto ?

Durante il periodo che io definisco ‘nero’ o meglio ‘il battesimo di fuoco’- perché quando ti converti al Signore c’é tutto un parte da attraversare- Dio mi ha donato delle canzoni. Sto per fare uscire un nuovo singolo : Supreme Love. Da quando ho ritrovato il Signore, gli ho detto che lo voleva, ero pronta a lasciare tutto. Se vuole che parto in misione, andró. All’inizio credevo che volesse questo. Ma il Signore mi ha dimostrato che non mi ha creato per questo. Cominciai a comporre e oggi sono molto entusiasta di condividere questo singolo con il pubblico. Non faccio musica di lode : faccio musica pop destinata a tutti i giovani che hanno sete di Dio ma non lo sanno. Per saperne di piú, visitate www.deborahbough.com

LA MIA VITA VOLTO AL CANCRO DI MIO PADRE
FACCIA A FACCIA CON IL 2017 !

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